È possibile che la percezione della realtà, sia influenzata dalla nostra immaginazione?
Arrivare a conclusioni affrettate è forse quello che accade ad Arielle, nel romanzo di “Gabbia di vetro”?
[…]
Arielle dopo aver passato tutta la giornata in ufficio arriva nel suo appartamento e decide di andare a fare jogging, è quello che le serve per rilassarsi e scaricare la tensione accumulata durante il giorno.
Scarpe da ginnastica, abbigliamento comodo e le immancabili cuffie che le tengono compagnia con un po’ di musica. È abituata a percorrere 10 km di corsa, 5 all’andata e 5 al ritorno, ma dopo soli 10 minuti il cielo sembra farsi scuro e le nuvole nere minacciano un acquazzone da un momento all’altro, così se pur a malincuore decide di tornare indietro.
A catturare la sua attenzione sulla via del ritorno è una ragazza bionda, che assomiglia a Nicole, la quale scende da un’auto identica a quella di Amedeo, tutto ciò sta accadendo dall’altro lato della strada e non è certa di vedere bene, è quasi sicura che siano loro, quando vede scendere dall’auto anche un ragazzo con un cappello.
Le sembra strano vederli insieme, Nicole le aveva detto che sarebbe rimasta in ufficio fino a tardi perché era indietro con il lavoro ad un progetto, mentre Amedeo solo mezz’ora prima le aveva detto di trovarsi all’atelier e che ci sarebbe rimasto per tutta la sera. Cosa fanno lì insieme? Avevano sempre detto di essere vecchi amici, che però non si frequentavano da anni.
Arielle si ferma e cerca di capire, se quello che sta vedendo è solo frutto della sua immaginazione o se sono realmente loro. Vede che entrano in un ristorante e prendono posto ad un tavolo vicino alla vetrata, che si affaccia sulla strada. Adesso riesce a vederli in modo nitido ed è quasi certa che siano loro. Per togliersi il dubbio decide di chiamare Nicole con una banale scusa e chiederle se è in ufficio, se le dice di sì, le sta mentendo.
Sente suonare il telefono una volta, due volte, tre volte ed ecco che la ragazza vicino alla vetrata del ristorante sta cercando qualcosa nella borsa; è lei, Arielle non ha più dubbi.
“Pronto!”
“Ciao Nicole! Sei alla Dream Communication?”
Silenzio.
Intanto la ragazza alla vetrata alza la testa e rivolge lo sguardo al cielo. È lei, è sicuramente lei, continua a ripetersi Arielle in testa.
“Nicole mi senti?”
“Sì Arielle… sono alla Dream Communication, perché?”
Ecco che le ha mentito, Arielle temeva che lo facesse ed era appena successo.
“No, niente… scusa… forse riesco a risolvere una cosa anche senza il tuo aiuto!”
La ragazza alla vetrata rimane per qualche secondo con il telefono in mano e lo guarda perplessa.
Arielle riaggancia e corre via. Corre veloce, più veloce che può, si sente stupida ed agitata, all’improvviso quella passeggiata si è trasformata in un brutto sogno. Come se non bastasse inizia a piovere poco prima che Arielle arrivi a casa, adesso non le importa più di bagnarsi, correrebbe ancora per ore sotto la pioggia, se questo bastasse a cancellare quello che ha appena visto.
[…]
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Buona lettura!